Secondo l’accezione più vasta del termine, “meditare” significa dirigere ripetutamente l’attenzione su un’immagine, una parola o un tema allo scopo di calmare la mente e riflettere sul significato dell’oggetto prescelto. Nella pratica buddhista nota come “meditazione di consapevolezza” l’attenzione focalizzata ha anche un altro scopo: approfondire la comprensione della natura della mente. A tal fine la funzione dell’oggetto di meditazione è fornire un punto di riferimento stabile che faciliti l’emersione di tendenze altrimenti celate dall’attività superficiale della mente.
Il Buddha esortava i suoi discepoli a prendere come oggetto di meditazione il proprio corpo e la propria mente. Un oggetto frequentemente utilizzato, ad esempio, è la sensazione associata all’inspirazione e all’espirazione nel corso del naturale processo respiratorio.
Sedersi in silenzio prestando attenzione al respiro conduce, col tempo, allo sviluppo di chiarezza e calma. In questo stato mentale è possibile discernere più chiaramente tensioni, aspettative e umori abituali, e scioglierli con l’esercizio di un’investigazione delicata e al tempo stesso penetrante.